La decisione sono certa sia stata presa: ora vostro figlio ha la sua paghetta, i suoi soldini o il suo primo piccolo stipendio. Rimane da chiarire il problemma della gestione autonoma di questi soldi; e anche di questo, siete responsabili voi genitori. 
Sono infatti mamma e papà che si devono preoccupare di insegnare ai propri figli come gestire i soldi, proponendogli e abituandoli alla pratica del bilancio scritto. I ragazzi devono essere in grado sin da subito a registrare entrate e uscite, pianificare le spese importanti e risparmiare una parte di ciò che si dispone. 

Cari genitori, ricordatevi sempri che affinché i vostri insegnamenti siano accolti e soprattutto siano incisivi, è necessario un dialogo aperto e costante con i vostri figli. Tenere un bilancio scritto e discuterne btra genitori e figli, è un buon metodo per raggiungere questo tipo di obiettivi. 
Impostare le spese su un periodo di tempo definito aiuta anche a introdurre concetti come il risparmio e la beneficenza, senza confinarli nel vago “metto da parte quando c’è” o nella generositòà “sempre quando c’è”. Il valore del “mettere da parte” qualche soldino, fino ai 12/13 anni, può essere trasmesso solo se legato a finalità tangibili, comprensibili e desiderate. 
Affinchè un bambino possa esercitarsi nel gestire la sua paghetta e fare scelte concrete, occorre che abbia a disposizione una cifra sufficiente a coprire le seguenti spese:

  • spese della settimana
  • risparmi a breve termine
  • risparmi di più ampia profettualità
  • beneficenza
Le proporzioni tra le diverse voci, sono in funzione dei gusti, delle aspettative e del carattere del bambino. Il bilancio scritto è anche uno stimolo a spendere bene: conoscere il prezzo delle cose, rendendosi così conto del valore di scambio del denaro e della diversità di costo tra un oggetto ed un altro, è un passaggio fondamentale nella maturazione di un bambino. 
Un altro scopo della programmazione finanziaria è quello di decidere quali sono le incombenze a carico de figlio e quali invece quelle a carico dei genitori, e di stabilire quali oggetti o servizi spettano alla famiglia e quali ai figli, e quanto capitale è necessario per la missione. 
Il denaro consacrato alla beneficenza non ha merito se non rappresenta un sacrifizio, una privazione.
-Cesare Cantù-

Daniela Deligia

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