Che cosa fa la differenza tra un semplice appassionato e un campione dello sport? Quale è il salto qualitativo tra il livello agonistico e quello professionale?

 

Per quanto un buon atleta amatoriale possa impegnarsi non riuscirà mai ad ottenere grandi risultati se non interviene sul proprio approccio mentale alla prestazione. La differenza tra un talentuoso dilettante ed un professionista vincente è racchiusa proprio qui: le abilità mentali. Qualunque atleta, professionale o meno, ha sperimentato sulla propria pelle l’importanza di avere una predisposizione mentale adatta alla prestazione: se la mente non gira nel verso giusto i risultati saranno scarsi.

Se mentalmente ci si sente pronti, concentrati e leggeri, arriveranno risultati davvero incoraggianti.

Tutto comincia nella nostra mente. Sono stati scritti centinaia di libri su questo argomento e molti di questi sono davvero eccezionali. Ricordiamo il famosissimo “Il gioco interiore del tennis” di Tim Gallwey, senza dubbio uno dei testi più noti e usati dalla PNL. Il genio di Gallwey dimostra, in un video, come si possa rapidamente imparare a giocare un tennis decente, partendo da zero, basandosi sulla musica e lasciando che il corpo entri in un flusso di automatismi e autoregolazioni davvero incredibili. Gallwey è considerato da molti come il primo vero mental coach e all’epoca le sue idee erano rivoluzionarie: avvicinare la rete al giocatore per rendergli le cose più facili agli inizi, e poi, mano a mano, allontanarla sempre più è quello che si può chiamare senza dubbio un vero colpo di genio. Rispecchia perfettamente un concetto di base per l’allenamento della mentalità vincente: partire da traguardi semplici e mano a mano incrementare le difficoltà. Spostare sempre gli obiettivi più avanti.

Nel video vediamo un esempio perfetto di come le cose possano essere facilitate e come gli obiettivi possano essere raggiunti rapidamente con un giusto coaching. Erano gli anni settanta quando Tim Gallwey fece uscire il suo libro, ed oggi, a quarant’anni di distanza, qualunque squadra professionistica, qualunque atleta di buon livello, ha un mental coach che segue passo passo i progressi dell’atleta. Chi non ricorda Ayrton Senna e i suoi esercizi di visualizzazione della gara di Formula 1, quando ancora era ai box prima della partenza? Senna dichiarava apertamente che riusciva a visualizzare tutta la gara, curva dopo curva, giro dopo giro, fino alla bandiera a scacchi.
Questo esercizio gli permetteva di avere prestazioni sempre di alto livello.

Ayrton era molto attento al training mentale e la sua carriera è stata una dimostrazione continua di un approccio mentale alle gare totalmente differente da quello che poteva essere quello dei suoi avversari. Oggi giorno è impossibile pensare ad un atleta che trascuri la parte mentale della prestazione sportiva. Pugili, tennisti, calciatori, ciclisti, tiratori con l’arco… Non c’è disciplina che non richieda una preparazione mentale adatta.
Proviamo ad isolare alcuni punti fondamentali per giungere a prestazioni di livello superiore.
Ne abbiamo selezionato 8.

1 Atteggiamento mentale e comportamento.

L’atleta deve capire che l’atteggiamento mentale è una scelta, e deve quindi decidere le sue modalità mentali, orientandole verso il positivo. Deve sentire che l’opportunità di competere nel proprio sport è un’occasione per sviluppare sé stesso e per imparare dalle proprie vittorie e soprattutto dai propri fallimenti. Tutto questo deve condurre l’atleta a ricercare sempre l’eccellenza e mai la perfezione, né in sé, né negli altri. Questo tipo di atteggiamento mentale deve condurre anche a bilanciare la vita sportiva con il resto della vita, e a rispettare tutti gli altri, siano essi arbitri, ufficiali di gara, allenatori, avversari, semplici spettatori…

2 Impostare gli obiettivi

E’ necessario avere ben chiari in testa gli obiettivi che devono essere raggiunti. Devono essere adatti alla formazione mentale personale e devono essere ben divisi in obiettivi a breve, medio e lungo termine. Per ogni obiettivo è inoltre necessario scegliere oltre al “cosa” anche il “come”, ovvero stabilire per ogni obiettivo anche un procedimento per arrivarci. Questa chiarezza e schematizzazione di ogni passo rende ogni obiettivo più vicino, proprio come la rete di Gallwey.

3 Immaginazione

Proprio quello di cui si è parlato poco sopra a proposito di Ayrton Senna. La capacità di visualizzare le prestazioni rende gli atleti più sensibili ai propri miglioramenti, ai punti critici, e a sviluppare al meglio le proprie capacità. Vedere prima ciò che sta per accadere aiuta a sentirsi più sicuri, a valutare meglio le difficoltà e a creare stati d’animo positivi.

4 Dialogo interiore

Imparare a parlare a sé stessi è determinante. Se nel dialogo interiore un atleta è pieno di dubbi, di paure e di perplessità non potrà avere un grande successo. Bisogna parlare a sé stessi sempre in maniera molto positiva, scegliendo bene le parole perché esse diventano pensieri e questi ultimi si trasformeranno in azioni.

5 Concentrazione

Imparare a focalizzare la concentrazione è semplicemente centrale, nelle prestazioni di un atleta. E’ fondamentale saper fare silenzio dentro di sé, escludere tutto il resto e dare importanza soltanto al prossimo obiettivo. Proprio come fa una telecamera quando fa uno “zoom” su un oggetto: scegliere un obiettivo e focalizzarci sopra tutta l’attenzione possibile.

6 Gestione dell’ansia, dello stress e delle emozioni

E’ la capacità di individuare le emozioni negative che non sono utili alla prestazione, soppiantandole con stati d’animo più adatti a quello che l’atleta dovrà fare.
Uno sportivo non può essere vittima delle proprie emozioni, deve saperle gestire e in questo la PNL, ed un mental coach, aiuta in maniera determinante.

7 Attivazione fisica e mentale

Uno sportivo ha dentro di sé un livello di attivazione, potremmo dire anche “motivazione”, che lo fa rendere al meglio. Se il livello di motivazione è troppo basso l’atleta fornirà un approccio scarso, se invece la motivazione fosse troppo alta avremo magari episodi di reazioni esagerate, troppo cariche.
In entrambi i casi le prestazioni sarebbero condizionate negativamente.
E’ necessario trovare il giusto livello che permetterà allo sportivo di rimanere in una condizione di motivazione alta ma al contempo non troppo carica.

8 Fiducia

La fiducia in sé stessi, e nelle proprie abilità, è senza dubbio una delle basi fondamentali della struttura mentale di un atleta. E’ un elemento che si crea con il tempo e con i risultati: anche a questo serve dividere gli obiettivi importanti in sotto-obiettivi. Ognuno di essi, quando viene raggiunto, alimenta la fiducia.
E la fiducia genera altra fiducia, badando bene di non cadere mai nella trappola delle sicurezze acquisite.
Nessun risultato è conquistato per sempre: ad ogni prestazione si rimette tutto in discussione.

E’ evidente che tutto questo non vale solo per gli atleti e per i professionisti dello sport, ma vale per ogni altro aspetto della vita.
Porsi obiettivi e raggiungerli, che siano essi lavorativi, sportivi, aziendali, personali… non c’è limite a quello che può fare una mente ben allenata.
Senza mai dimenticare che gli obiettivi non si raggiungono nello spazio di poche ore, ma solo grazie ad un allenamento costante sotto la guida di mental coach professionali che sapranno capire le tue esigenze e orientare i tuoi sforzi.

Nei prossimi giorni pubblicheremo un articolo sull’utilizzo del coaching anche in ambiti lavorativi. Non perderlo!

 

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