Relazioni persone società distratte
Relazioni persone società distratte

Nella nostra società così efficiente, giovanilistica, piena di stimoli, ultra veloce e super tecnologica, a rimanere indietro è la nostra parte emotiva, quella più delicata e preziosa.

E’ facile trovarsi di fronte ad adulti, maturi, professionisti, estremamente preparati in tutti gli ambiti della vita mondana, che però non sanno relazionarsi in profondità con gli altri, non sanno rapportarsi, e quel che è peggio, non sanno amare. Le relazioni sono spesso confuse con la struttura sociale e questo è un fraintendimento enorme.

La quantità viene confusa con la qualità.

Una persona che vive sempre a contatto con altri non è una persona molto incline alle relazioni. E’ probabilmente una persona gioviale e particolarmente incline a stabilire una comunicazione superficiale con degli sconosciuti.

Il senso profondo della relazione è legato all’incontro di due esseri umani. Due anime che si dedicano uno all’altro. All’interno di questa coppia bisogna dimenticare il sé che abbiamo conosciuto fino al momento dell’inizio della relazione. Non è importante il mio punto di vista ne il suo punto di vista. Quando due persone sono allineate, ci si eleva in un piano superiore: “il NOSTRO punto di vista”.

Così dovrebbero essere le relazioni importanti. Si smette di essere sé, e ci si abbandona al Noi, alla coppia. Alla relazione. In questo modo troverai l’altro e ritroverai il te stesso profondo. Bisogna abbandonare il personaggio che ci si è costruiti negli anni, che spesso è solo una maschera protettiva.

Siamo diventati di stampo consumistico anche nelle relazioni: se una relazione in quel momento mi va, la instauro, poi poco dopo mi stanca e la butto. Puro consumismo. Le relazioni sono trattate alla stregua di oggetti. Il difficile rapporto con la sessualità è ovviamente una conseguenza di questi errori di base. Si confonde la sessualità con la genialità e magari con la trasgressione. Si è perso l’attenzione verso l’altro, e quella fusione di emozioni che rende possibile una certa complicità: il romanticismo, la seduzione, e tutte quelle emozioni che nascono dal condividere l’intimità con l’altro. Esistono solo relazioni superficiali ed il porno.

E quanto può durare una relazione fondata sulla superficialità e sul porno? 

Eppure, come spiega, Jean Claude Badard esiste l’amore, quello vero. Quello con la A maiuscola verrebbe da dire. Badard è un ricercatore, formatore, educatore, psicologo e sociologo che riesce sempre ad arrivare al nocciolo delle questioni. Egli ha sostenuto più volte che si può stare assieme per tutta la vita, basta conoscere gli stimoli giusti e soprattutto gli auto-stimoli. Un po’ di mancanza, mai troppa sicurezza e molte sorprese. Questa la ricetta di Badard per un rapporto che potrebbe durare per sempre. Con queste accortezze gli ormoni legati all’innamoramento si attivano e rimangono a livelli sempre alti.

Non sono da confondere con gli ormoni di tipo sessuale, come la dopamina per esempio. Sono ben altri ormoni che però anche essi hanno bisogno di essere stimolati. Un po’ di assenza, ogni tanto, ad esempio, permette a questi ormoni di salire e si ridesta l’attenzione verso l’altro, il bisogno dell’altro.

Se invece si preferisce un rapporto fatto di presenza continua, di sicurezze, e con nessuna sorpresa, il rapporto presto naufragherà dentro le disattenzioni di entrambi i partner. In breve, si passerà oltre.

Molte persone hanno una personalità fin troppo sviluppata per certe parti, ma che rimane allo stato embrionale per quanto riguarda l’emotività. Se l’emotività non viene sviluppata con la stessa attenzione che si pone nello sviluppo psicologico e razionale, come si può diventare degli esseri umani completi e maturi? Anche la comunicazione dei nostri giorni segue lo stesso schema: tanta quantità ma qualità zero.

Quante informazioni ci scambiamo in un giorno? 

Miliardi di informazioni vengono scambiate ogni giorno, il problema sta nel dove ci focalizziamo, e su cosa. Purtroppo la superficialità sta dilagando, il risultato è che  è sempre più difficile fare conversazioni profonde.

 Cosa sappiamo davvero dell’altro? 

Praticamente niente o quasi niente. Anche quando siamo convinti di ascoltare l’altro, di essere completamente sintonizzati sull’altro, in realtà stiamo ascoltando in maniera autobiografica, partendo dal nostro punto di vista, senza aver compreso a livello emozionale, cosa l’altro ci sta dicendo.

 Quale è la qualità della nostra comunicazione con chi ci sta vicino? 

Naturalmente il risultato sarà una pessima qualità di relazione, una quasi totale incomprensione che ci lascia con quella sensazione, in fondo in fondo, di non essere stati completamente efficaci.

Spesso si parla solo di fatti, degli altri, del lavoro… non sappiamo nulla di cosa sente l’altro, di cosa sogna, cosa gli piace davvero, quali sono le sue paure e i suoi desideri più intimi. Viviamo gli altri come fossero oggetti, o come fossero schemi, non teniamo conto del loro universo emotivo e soprattutto non facciamo niente per far incontrare la loro emotività con la nostra.

In una bella intervista Jean Claude Badard, quando gli è stato chiesto quale consiglio darebbe ai lettori, ha risposto:

Ascoltate voi stessi, abbassate il mentale, provate ad amare, ma soprattutto: lasciatevi amare!

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