giovani disoccupati

Nell’articolo della settimana scorsa abbiamo parlato di lavoro e disoccupazione: in particolare abbiamo riflettuto sul fatto che la maggior parte delle persone si ritrova disoccupata nell’intento di adattarsi a lavori che poco hanno a che fare con ciò a cui aspirano e perdono di vista i loro reali obiettivi.
Ma cosa dobbiamo fare per trovare lavoro? Quali sono le strategie che possiamo mettere in atto per riuscire a distinguerci ed essere presi in considerazione nel mondo del lavoro?
Anche questa settimana lo chiederemo a Piergiorgio Carlini, che vi potrà essere utile con i suoi suggerimenti e consigli da mettere in pratica se state cercando lavoro e volete farlo nel modo giusto.
D. Oggi si parla tanto di disoccupazione dilagante anche tra i laureati. Sembra che nemmeno essere specializzati sia sufficiente per essere presi in considerazione, ma allora qual’è la carta vincente per trovare lavoro?
R. Partiamo dal fatto che le persone non vedono le opportunità: il mondo sta cambiando la comunicazione sta cambiando ma le persone sono rimaste legate ai vecchi schemi e comportamenti, ad una vecchia concezione del lavoro.
Oggi il lavoro c’è ma è su un altro piano rispetto al passato, su altri livelli e su altre “dimensioni”. ad esempio il web, che sta rivoluzionando l’intero mondo del lavoro; sono nate infatti anche nuove figure che affiancano  e sostituiscono le vecchie, figure che non abbiamo mai sentito prima, ad esempio il Seo Specialist, il Social Media Specialist, Web marketer, Content manager ecc…
Di conseguenza prima ancora di parlare di carta vincente per trovare lavoro dovremmo tarare  la nostra mentalità alle nuove necessità e richieste che si sono create: una volta individuate le opportunità e stabiliti i nostri obiettivi potremmo parlare di “carta vincente”, da spendere per noi stessi, contro la concorrenza e a favore dell’azienda.
Oggi per essere vincenti bastano poche cose: essere proattivi, proporsi in modo spontaneo alle aziende, accettare di lavorare anche gratuitamente, perlomeno i primi tempi, essere disposti ad andare incontro alle esigenze delle aziende cercando di non evidenziare solamente quello che ci piacerebbe fare ma rimarcando quello che potremmo dare all’azienda. Prima di candidarci per un lavoro dobbiamo prepararci a studiare l’azienda, quali sono i suoi bisogni e cercare la soluzione per soddisfare quei bisogni, automaticamente soddisferemo anche i nostri.
 
DSi potrebbe affermare che l’atteggiamento mentale e l’aspetto comportamentale conti tanto quanto il titolo di studio?
R. Forse contano di più del titolo di studio! Oggi quello che le aziende cercano sono persone responsabili, che abbiano dei valori e dei principi, che trasmettano all’azienda serenità, fiducia, onestà, valori difficili da trovare nelle persone.
Oltre questo è richiesta leadership, capacità di lavorare in team, saper comprendere i bisogni degli altri, saper apprezzare le differenze, avere una buona capacità di problem solving, altra cosa è la creatività.
Penso che tutte queste qualità e comportamenti facciano la differenza molto più di un titolo di studio.

D. Quali sono dunque le strategie che possiamo mettere in atto per essere notati e chiamati almeno per un colloquio conoscitivo?
R. Innanzitutto è fondamentale sapersi proporre nel modo giusto utilizzando i Social Network.

Tra questi dovremmo prediligere Linkedin, che è il social più orientato al lavoro e al business rispetto a Facebook, che dà molto più spazio all’intrattenimento.
Avere un profilo professionale su Linkedin ci permette di essere infatti trovati con maggiore facilità dalle aziende: dobbiamo fare attenzione nel compilarlo in modo scrupoloso, senza mentire, e mettendo in luce il più possibile le nostre competenze e referenze ma anche le nostre qualità e capacità.
Un altro aspetto fondamentale che può giocare a nostro favore è la candidatura spontanea: dobbiamo essere noi a contattare le aziende senza aspettare che siano loro a contattarci, così ci mostreremo interessati ma anche determinati e propositivi, qualità sempre apprezzate nel mondo del lavoro.
Ricordiamo inoltre che è sempre meglio portare il curriculum vitae a mano presso le aziende, una candidatura spontanea ci permetterà di suscitate un maggiore interesse e magari ci potrebbe permettere di ottenere subito un colloquio conoscitivo.

D.  Quali sono gli errori più comuni che si commettono nella ricerca di un lavoro e che si traducono in periodi prolungati di disoccupazione?

R. Come prima cosa il voler rimanere radicati all’ambito per il quale si ha studiato, il non essere elastici. Oggi per poter lavorare bisogna sapersi adattare senza pretendere di ottenere tutto e subito. Ciò che conta è entrare in azienda anche con un ruolo che non ci compete, il problema che dobbiamo affrontare è infatti PRIMA ottenere il posto di lavoro e POI pensare a migliorarci e a crescere professionalmente al suo interno.
Un altro errore che spesso si commette è di non sfruttare tutti i canali per promuoversi, ma anche inviare i curricula senza un criterio e indistintamente a tutte le aziende e soprattutto senza accompagnarli ad una lettera di presentazione che spesso diventa più importante del curriculum stesso.
Un altro errore comune è quello di inviare il curriculum compilato male o incompleto, puntando soltanto a mettere in risalto le proprie aspirazioni e non mettendo in evidenza quello che invece potremmo fare per l’azienda.
Il responsabile delle HR ogni volta che seleziona un curriculum ha in mente la domanda ” che cosa può fare questa persona per noi?”, quindi è essenziale cercare di rispondere a questa domanda quando ci si candida per un posto di lavoro.

D. Quanto incide il primo colloquio conoscitivo sulla selezione dei candidati?

R. Forse è il momento più importante di tutto il processo di ricerca del lavoro.
La maggior parte delle persone non si prepara prima di affrontare un colloquio di lavoro, prepararsi vuol dire:
  1. Capire chi è l’azienda
  2. Cosa vende? Quali sono i suoi prodotti?
  3. Quanti dipendenti ha?
  4. In quale mercato opera?
  5. Quali sono i suoi clienti?
  6. Quali sono i bisogni dei suoi clienti?
  7. Qual’è la sua mission?
Presentarsi a un colloquio di lavoro avendo appreso tutte queste informazioni significa avere tra le mani già una carta in più di tanti altri candidati, occorre sapersela giocare.
D. Quali sono i comportamenti da assumere in questa fase? E’ sufficiente avere un buon curriculum e parlare delle esperienze intraprese?
R. In fase di colloquio è fondamentale:
  1. Mostrare educazione e compostezza
  2. Attenersi alle domande senza parlare a sproposito
  3. Mostrarsi interessati ai bisogni dell’azienda
  4. Fare delle domande per conoscere meglio l’azienda
  5. Presentarsi con un abbigliamento decorso ed un aspetto curato.
Silvia Busanca

 

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