La Mappa non è il territorio: cosa vuol dire esattamente?


La realtà di ogni individuo è diversa, ed è proprio per questo che troppo spesso cadiamo in incomprensioni che finiscono poi con il rovinare la nostra comunicazione, o peggio ancora i nostri rapporti.
Ogni persona di questo mondo possiede una propria visione della realtà.

Tutte le informazioni che riceve dall’esterno, sono filtrate attraverso i “Filtri Percettivi” ed i “Metaprogrammi”.
Affronteremo prossimamente i metaprogrammi.
Ci concentreremo invece sui filtri, detti anche canali percettivi o rappresentazionali.

Partiamo da una frase che in PNL (programmazione neuro-linguistica) viene continuamente citata: la mappa non è il territorio.


Cosa significa esattamente?
 
Significa che…

semplicemente che noi traduciamo continuamente la realtà che ci circonda in rappresentazioni interne che costituiscono la nostra mappa soggettiva.

Tale mappa è solamente nostra e non può essere anche quella di un’altra persona, perché a sua volta, questa persona, avrà tradotto le cose che la circondano in “un’altra mappa” e così via.
Il concetto sembra palese. Chi confonderebbe, per esempio una cartina dell’Italia con il suo territorio reale? Nessuno.

Per esempio, quante volte vi siete trovati a dover discutere su come si fa un determinato lavoro? Ognuno di loro, e anche tu, voleva avere ragione affermando che quello che diceva era giusto. Ma lo era secondo la loro mappa del mondo, in altre parole tutte le conoscenze e le informazioni che sino a quel momento aveva acquisito su quel determinato lavoro hanno creato la loro realtà.

Capisci? Sono le Tue esperienze soggettive che creano la Tua mappa del mondo.

Tener conto esclusivamente delle sensazioni e delle interpretazioni della mia “mappa del mondo” può essere molto limitativo (per me), sia sotto il profilo della capacità di capire e comunicare bene con gli altri, sia sotto lo sviluppo personale.


Una delle capacità più importanti, che dobbiamo sviluppare, è proprio quella di “Comprendere la mappa del mondo degli altri”.

Il processo di costruzione della mappa inizia con le informazioni che raccogli attraverso i famosi “cinque sensi”: tatto, udito, vista, olfatto e gusto, che abbiamo già visto nella lezioni precedenti.
Attraverso i canali percettivi tutti noi “filtriamo” le informazioni che ci arrivano dall’esterno e costruiamo la nostra MAPPA DEL MONDO.

“Fin dall’infanzia veniamo programmati a seguire una mappa di comportamenti che danno forma alla nostra personalità e alle nostre idee sulla vita e sugli altri. Ciascun individuo funziona a partire da una certa mappa del mondo, da come vede la realtà e dalle esperienze passate. Ognuno legge la realtà col suo filtro. Le nostre rappresentazioni mentali, le nostre descrizioni, non sono la realtà, e la mappa non è il territorio.”
(Korzybski)
 

In ognuno di noi prevalgono uno o due specifici filtri rappresentazionali rispetto agli altri.
Secondo le nostre tendenze soggettive (tutte le esperienze dirette ed indirette che hai fatto nel corso della Tua vita), usiamo prevalentemente un canale, sia per organizzare i dati d’elaborazione interna delle percezioni sia nel comunicare con gli altri.
Un secondo canale è meno forte mentre il terzo, è spesso destinato (erroneamente) a sparire. Non è facile capire quale canale percettivo utilizza maggiormente il Tuo interlocutore, anche se con un po’ di pratica, capacità d’ascolto e buona volontà, puoi farcela ed utilizzare il suo stesso “linguaggio” rappresentazionale.

 Quello che di solito noi riteniamo essere la realtà esterna altro non è che una rappresentazione della realtà stessa. Ogni evento della nostra vita, tutto ciò che vediamo e sentiamo, le nostre emozioni, sono pezzetti delle nostre mappe e vanno a formare un “mondo interno” che fa da filtro e da riferimento per vivere nel “mondo esterno”.

La mappa di una persona, nel suo insieme, racchiude rappresentazioni (immagini, suoni, sensazioni fisiche) e sistemi di credenze, valori, capacità, eccetera. Il nostro modo di interagire con l’ambiente è determinato dalle nostre mappe.

Le nostre mappe cambiano nel tempo.
Le credenze che noi abbiamo riguardo noi stessi  o riguardo gli altri, non sono altro che delle immagini mentali.

Ciò che noi facciamo dipende da ciò in cui crediamo, per effettuare un cambiamento di comportamento – per superare i   limiti della nostra mappa mentale è possibile utilizzare l’immaginazione, in quanto il nostro cervello non distingue un’esperienza vividamente immaginata da un’esperienza realmente vissuta. Comportandoci “come se” una certa cosa fosse vera, possiamo inviare al nostro cervello dei segnali di cambiamento, possiamo superare i nostri limiti.

Ecco come Bandler e Grinder, padri della PNL, nata come studio della comunicazione umana dicono al proposito:

“Vi è un’irriducibile differenza tra il mondo e l’esperienza che ne abbiamo.
Noi esseri umani non agiamo direttamente sul mondo. Ciascuno di noi crea una rappresentazione del mondo in cui vive; creiamo cioè una mappa o modello, che usiamo per originare il nostro comportamento. La nostra rappresentazione del mondo determina in larga misura l’esperienza del mondo che avremo, il modo in cui lo percepiremo, le scelte che ci sembreranno disponibili vivendoci dentro.”

(Bandler & Grinder – La struttura della magia)

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