Hai mai notato come oratori, venditori e anche i nostri politici abbiano un’ottima capacità di comunicare? 

O meglio, hai mai analizzato, non tanto i contenuti di ciò che dicono, ma i processi attraverso i quali ci vendono o mettono in testa quasi tutto ciò che vogliono? 
Sarebbe meraviglioso per gli insegnanti sviluppare una simile padronanza del linguaggio in aula. Un linguaggio adatto ad ogni alunno e capace di affascinarlo, incuriosirlo e catturare la sua attenzione. 
Esistono numerose tecniche per aiutarci in questo intento, una di esse è rappresentata dallo “schema del si”
In che cosa consiste? 
Generalmente, quando ci vengono rivolte, in successione, tre affermazioni incontestabili, ci aspettiamo che anche la quarta ci troverà naturalmente d’accordo. 
Riflettete un attimo, supponete di rivolgervi ai vostri alunni dicendo:

“forza ragazzi, state attenti e in silenzio così finiamo la lezione di oggi!” 

Come reagiscono i ragazzi? Difficilmente eseguiranno serenamente i vostri comandi, ne sono certa! 
Pensate invece di rivolgere la stessa richiesta ma in modo differente: 

“Sono le 11, abbiamo svolto già la prima parte della lezione, ci mancano soli trenta minuti e questo sarebbe un ottimo momento per fare il punto della situazione e formulare domande utili per completare ciò di cui abbiamo parlato, non è vero?” 
La domanda “non è vero?” alla fine della frase, è una domanda retorica alla quale è molto difficile rispondere con un “no”. Inoltre, se quando formulate una domanda retorica annuite, questo aumenta enormemente la sua efficacia. 
Ecco alcuni esempi di domande retoriche:

Non è vero?
Giusto?
Non ti pare?
Ho ragione o no?
Mi pare ovvio, no?
Non credi?. 
Se imparerete e vi abituerete ad utilizzarle, sarà facile sottolineare un concetto e ricevere un consenso dai vostri alunni. 
Facciamo un esempio pratico. Supponete di avere in classe un ragazzo (di nome Mark, nel nostro esempio) dalle grandiose capacità ma che non si applica e che non svolge neanche uno degli esercizi che gli assegnate per casa, potreste rivolgervi a lui dicendo: “Mark, ti ho già spiegato tutto ciò che mi aspetto da te, giusto? Ora dovrebbe essere facile, per te, riuscire in questa cosa in futuro, non è vero?” 
Abbiamo già parlato delle tecniche di ricalco e di guida, di seguito impareremo a ricalcare e guidare con il linguaggio. Vediamo con un facile esempio in che cosa consiste: 
“E mentre leggete i paragrafi nel libro (Ricalco), e notate le immagini e le istruzioni (Ricalco), potreste iniziare a (Guida) rendervi conto di tutti i modi in cui queste conoscenze potrebbero esservi utili(Guida)…” 
Esistono delle parole che consentono un collegamento tra ricalco e guida, come ad esempio: e, perché, poiché, mentre, quando, ecc. Queste parole infatti, servono a far apparire alcune cose in relazione tra loro, quando, di fatto, non c’è nulla che le colleghi l’una all’altra. 
Esistono infine delle parole da usare con cura
  • Il “se” implica sempre una possibilità di scelta, per cui evitate di usarlo, a meno che non vogliate realmente che siano gli alunni a scegliere. 
  • “Prova a” ha la presupposizione che potresti anche sbagliare. Perciò se volete che l’alunno riesca a fare qualcosa, usa parole diverse da questa. 
  • “Ma” nega quello che è stato appena detto. Pertanto, se volete evitare che l’ultima cosa che avete detto venga dimenticata o presa in scarsa considerazione, usate una parola differente. 
  • Se usate il “non” potreste involontariamente indurre l’alunno a pensare proprio a ciò che volete evitasse di pensare. 
Per finire, ecco alcune occasioni ideali per influenzare la vostra classe con il linguaggio
  • con allievi difficili 
  • con genitori con cui è difficile relazionarsi 
  • per far sentire qualcuno più responsabile 
  • quando volete organizzare efficacemente la lezione 
  • quando volete incoraggiare l’apprendimento 
  • quando volete premiare un comportamento 
  • quando volete motivare gli studenti 
  • quando volete dire di no senza usare questa parola! 
I limiti del mio linguaggio costituiscono i limiti del mio mondo. 
-Ludwig Wittgenstein-
Daniela Deligia

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